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BICI ELETTRICHELa bici elettrica si chiama anche bicicletta a pedalata assistita, perché il suo motore non sostituisce mai completamente la spinta delle gambe sui pedali, aiuta solo a fare meno fatica. Proprio per questo la bici elettrica non è considerate un ciclomotore e si può guidare senza casco, anche se è di questi giorni la notizia che è allo studio una nuova legge per far mettere il casco a chi guida una bici elettrica. Per ora non c'è nessun limite, quindi si può usare a qualsiasi età, non c'è l'obbligo dell'assicurazione. La velocità massima raggiungibile è di 25 Km./h, oltre questa velocità si va solo a forza di gambe. In ogni caso è sempre possibile disattivare il motore elettrico e usarla come una normale bicicletta. |
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Come è fatta una bicicletta elettricaIl cuore della bicicletta elettrica è il motore elettrico, in genere si trova nella zona dei pedali, ma su certi modelli e sulla ruota davanti e su altri invece su quella dietro. La batteria invece si trova sotto il sellino o sul tubo del telaio che si collega al manubrio. In questo modo il peso della batteria non sbilancia la bici elettrica perché si trova in posizione centrale. I pedali sono collegati ad un sensore che rileva in continuazione la forza che viene fornita dal ciclista e subito ordina al motore elettrico di aiutarlo. Normalmente il motore diminuisce lo sforzo della metà, per sfruttarlo al meglio molte di queste biciclette elettriche hanno il cambio. Per capire poi quando è carica la batteria c'è un indicatore che avverte quando è ora di collegarla alla presa della corrente per fare il "pieno". La bicicletta elettrica può aiutare a ridurre il traffico e l'inquinamento in città? Nessun problema di inquinamento, minimo
ingombro, manovrabilità estrema, rumore (campanello escluso) quasi
insistente: la bicicletta elettrica è certamente il mezzo ideale
per muoversi in città. In Italia poi sembra inventata apposta per
dare speranza a chi ormai al traffico e all'inquinamento si era rassegnato.
La bicicletta elettrica è destinata a rivoluzionare il futuro della
propulsione, soprattutto nei centri urbani; riduce drasticamente sforzo
e fatica e contribuisce a combattere l'inquinamento atmosferico, fonte
certa di danni per la salute.
Il Comitato Tecnico Europeo CEN/TC 333 'Biciclette”
- la cui segreteria è gestita dall'Italia - incaricato di studiare
le norme europee, ha l'intenzione di preparare una norma innovativa per
le biciclette elettriche, che contenga cioè caratteristiche
di sicurezza adeguate al tipo di prodotto e caratteristiche di prestazioni
all'avanguardia, per ridurre il rischio di avere sul mercato prodotti
di questo tipo concepiti e progettati con carenze e difetti, a danno degli
utilizzatori. Inoltre l'impegno pubblico nel sostenere questi nuovi mezzi
di trasporto mediante l'acquisto diretto o la messa a disposizione di
incentivi, ha portato la necessità di definire con normative tecniche
appropriate le caratteristiche di questi prodotti. Con una assistenza
del motore elettrico alla pedalata che si interrompe ala velocità
di 25 km/h e con un livello di autonomia delle batterie che consente di
percorrere fino a 40 chilometri senza ricarica, questo versatile mezzo
di trasporto promette bene ma presenta alcuni aspetti di sicurezza che
solo a livello normativo possono essere risolti. L'ANCMA segue attivamente i lavori di normazione europei del CEN/TC 333 e del Gruppo di Lavoro UNI "Biciclette" e tramite i suoi esperti collabora alla realizzazione delle norme tecniche allo studio. Il mercato della trazione elettrica rappresenta un interessante segmento dove aziende e case costruttrici stanno investendo risorse economiche in termini di ricerca e di sviluppo. Del resto è veramente un mezzo nuovo, semplice da usare e soprattutto in linea con le necessità di mobilità urbana e con le vigenti normative antinquinamento - sempre più rigide e vincolanti per quanto riguarda l'accesso ai centri storici - e in grado di garantire un reale movimento permettendo di attraversare in lungo e in largo le città con semplicità e sforzo minimo. Nel CEN/TC 333 l'attività normativa è seguita da molte associazioni europee e nazionali di consumatori e di utilizzatori della bicicletta; anche l'associazione italiana FIAB (Federazione italiana amici della bicicletta) segue con attenzione i lavori e propone la discussione di molti aspetti di interesse per gli utilizzatori di questi mezzi, a garanzia di una equilibrata preparazione di requisiti tecnici da applicare alle biciclette elettriche. |